Tacchi:: belli e impossibili

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giuggyna
00lunedì 29 settembre 2008 20:25
E una mostra li celebra a Milano

Una modella è a terra, ma si rialza con eleganza, un'altra tentenna, una invece si toglie i sandali e cammina a piedi nudi. Scene di normale amministrazione sulle passerelle di Milano Moda Donna dove le indossatrici hanno sfilato su scarpe altissime per presentare la collezione della prossima estate 2009. Ed è bastato un attimo di distrazione, per finire al tappeto.

Diciamo la verità, mai come durante queste sfilate gli stilisti si sono sbizzarriti con la fantasia nella creazione di tacchi e zeppe fuori dagli schemi. La parola d’ordine è stata stupire.
Se ne sono visti proprio di tutti i generi e le altezze, rigorosamente over 12 cm. Spilli appuntiti e decorati, zeppe cave e basi dalla dubbia stabilità e praticità. E poi ancora tacchi stilizzati, trasparenti, dorati. Tutti rigorosamente altissimi e vertiginosi. Sembrano oggetti del design per feticisti, eppure alcuni di questi modelli sono già sold out.

Dopo le cadute in passerella però la domanda sorge spontanea: riusciremo a camminare su questi trampoli innaturali? La risposta arriva forse dalla mostra in corso alla Triennale di Milano, dedicata agli 80 anni della maison Salvatore Ferragamo.

Le clienti del famoso Salvatore erano le dive, più che le vecchiette dai piedi difficili, eppure egli si manteneva fermo nel suo principio di un sano comfort, perfino disegnando le forme più ardite, gli indimenticabili tacchi a spillo di Marilyn Monroe o le architetturali zeppe di Carmen Miranda. Proprio questo emerge con forza dalla mostra 'Evolving Legend 1928-2008': ''E' un fatto naturale", spiegava il re dei calzolai in una intervista, "che il peso del corpo poggi direttamente sull'arco del piede.
Su questo concetto ho fondato il segreto del mio successo. Ho fatto in modo che il peso del corpo fosse supportato dall'arco della scarpa''.

Così, in poche righe, la lezione numero uno di Ferragamo che oggi viene dimenticata invece da chi, copiandolo, rifà le sue scarpe più stravaganti, i suoi tacchi brevettati, le sue lavorazioni più fantasiose ma si dimentica che una bella scarpa ha bisogno, come diceva lui, di piede e caviglia belli e sani.
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