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[G]Stragi naziste, 'Germania risarcisca'. La Cassazione condanna Berlino[/G]

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2008 19:41
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21/10/2008 19:41
 
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Il Paese dovrà indennizzare nove familiari delle 203 vittime del massacro di Civitella, Cornia e San Pancrazio del '44, "in solido" con l'ex sergente Milde

La decisione apre la strada ad almeno 10.000 cause di vittime del Terzo Reich



ROMA - La Germania dovrà risarcire nove familiari delle vittime della strage di Civitella, Cornia e San Pancrazio in provincia di Arezzo, dove il 29 giugno 1944 i nazisti uccisero 203 persone tra uomini, donne e bambini. Lo ha stabilito la Cassazione respingendo il ricorso con il quale la Germania contestava di poter essere chiamata a risarcire danni a suo avviso già 'coperti' dal trattato del 1947 e dagli accordi di Bonn del 1961. La decisione apre la strada a circa 10.000 cause di vittime del nazismo.

I giudici della prima sezione penale della Suprema corte, dopo diverse ore di camera di consiglio, hanno di fatto condiviso le conclusioni del sostituto procuratore generale Roberto Rosin che aveva chiesto di respingere il ricorso e confermare la condanna della Germania "in solido" con l'ex sergente Max Josef Milde.

Milde è stato condannato all'ergastolo, nel dicembre 2007, per la strage del '44 i nazisti uccisero 203 persone tra uomini, donne e bambini. Tra le vittime anche il parroco di Civitella, don Alcide Lazzari, al quale è stata poi conferita la medaglia d'oro al valore civile. Alcune delle donne vennero anche violentate prima di essere uccise. Già i magistrati militari, oltre a condannare Milde, avevano previsto per i nove familiari costituiti parte civile nel processo un risarcimento complessivo di un milione di euro. Si tratta dei parenti di due soltanto delle oltre 200 vittime. La sentenza, inoltre, dispone che dell'obbligo di risarcire le parti civili rispondano "in solido" sia l'imputato sia lo stato tedesco. Contro questo principio di responsabilità congiunta, che non ha precedenti nella giurisprudenza, la Germania si era appunto rivolta alla Cassazione.

Il ricorso tedesco si concentrava, in sostanza, su due punti: l'immunità e il difetto di giurisdizione della magistratura italiana. Il pg Rosin, nel corso della requisitoria ai giudici della Cassazione, ha replicato che "l'immunità rivendicata dalla Germania non si applica nei casi di crimini contro l'umanità". Per quanto riguarda la giurisdizione, lo Stato tedesco ha fatto riferimento al trattato di pace stipulato con l'italia nel 1947 e alla successiva convenzione di Vienna del 1961. "Accordi internazionali - ha sottolineato il pg - che non includono i danni morali per le stragi naziste ma solo per ebrei deportati".

Già il tribunale militare di La Spezia, nell'ottobre del 2006, in occasione della condanna in primo grado per l'ex sergente Milde, aveva previsto l'obbligo per la Germania di risarcire le parti civili. La condanna all'ergastolo per l'ex sergente, che faceva parte della banda musicale di una divisione dell'esercito tedesco, è ormai definitiva in quanto non è stato presentato alcun ricorso contro la sentenza d'appello.

E' la prima volta che la Cassazione stabilisce il principio secondo il quale un paese può essere chiamato in giudizio, in sede penale, per la responsabilità civile. Una decisione che a questo punto aprirà la strada quantità esorbitante di risarcimenti se si considera che i deportati statisticamente si aggirano intorno alle 600.000 unità. "Più o meno - ha affermato l'avvocato che rappresentava in Cassazione la Germania Augusto Dossena - le cause per chiedere il risarcimento potrebbero aggirarsi intorno alle 10.000. Ma con questa decisione nessuno Stato andrà ad impegnarsi per i risarcimenti perché l'azione del singolo li blocca".

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