Asse Fini-D'Alema: «Serve bicamerale»

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-RunThePlanet-
00sabato 8 novembre 2008 14:08
Dal workshop «Federalismo e riforme istituzionali» ad Asolo
L'esponente pd: «Riprendere la riforma costituzionale».
Il presidente della Camera: «È l'anello di una catena»


ROMA - Sul federalismo fiscale nasce l'asse D'Alema-Fini. Entrambi ad Asolo per il workshop «Federalismo e riforme istituzionali», sottolineano entrambi la necessità di procedere con una commissione bicamerale. L'esponente pd annuncia che l'opposizione presentarà un emendamento al disegno di legge delega Calderoli «per l'istituzione di una commissione bicamerale con cui dare attuazione al federalismo fiscale e alla Carta delle autonomie locali». «È impensabile che si stia lì ad aspettare decreti delegati di questa portata» ha detto D'Alema, ad Asolo per partecipare al workshop «Federalismo e riforme istituzionali», esprimendo la «necessità di difendere la centralità del Parlamento».

«PROCESSO DI RIFORMA» - Il provvedimento firmato dal ministro per la Semplificazione «merita di essere corretto in alcune parti - ha aggiunto -. Il fuoco del confronto non è tanto il disegno di legge delega, quanto il fatto che questo è al tempo stesso estremamente vago e ampio». Secondo l'ex ministro degli Esteri, quindi, «bisogna collegare l'attuazione del federalismo fiscale al bilancio della realizzazione della riforma del titolo V della Costituzione, con correzioni che sono necessarie». L'attuazione del federalismo fiscale, ribadisce D'Alema, «è l'occasione per riprendere il processo di riforma costituzionale, attraverso non una revisione complessiva ma intervenendo con puntuali emendamenti. Altrimenti si rischia di naufragare». Il federalismo, conclude D'Alema, «non può che essere concepito per rendere lo Stato più efficiente e vicino ai cittadini e non come una strategia per disarticolare lo Stato e dare vita a una sorta di confederazione. Nel Paese c'è una domanda di sburocratizzazione, di semplificazione della vita amministrativa e di minori costi e maggiore qualità nei servizi pubblici». Quindi ci deve essere «un alleggerimento, una riforma e una qualificazione dello Stato centrale».

FINI: «ANELLO DI UNA CATENA» - Sull'ipotesi di una commissione bicamerale per l'esame dei decreti attuativi del federalismo fiscale è d'accordo Gianfranco Fini, anche lui ad Asolo. Il presidente della Camera auspica che in Parlamento, dove si è avviato l'esame del ddl, «venga presentato nel corso del dibattito un emendamento» per istituire la commissione. Perché, spiega, «io so che affidare i decreti attuativi all'esame di sei commissioni per il parere significa non avere nessun parere». Per Fini il federalismo fiscale «è un anello di una catena che deve prevedere la revisione dell'articolo 117 e la riduzione al minimo della competenze condivise tra Stato e Regioni. Pensare che il federalismo fiscale sia la soluzione dei problemi appartiene più alla legittimazione di una forza politica che a un progetto globale di riforma». E ancora: «Federalismo vuol dire tante cose, non solo pagare le tasse per vedere che siano utilizzate sul territorio, ma vuol dire anche una organizzazione diversa dei dipendenti della pubblica amministrazione, con tutte le questioni connesse alla loro mobilità». Infine una nota sulle possibili ripercussioni della riforma nel Sud: «Non credo che i cittadini debbano temere il federalismo fiscale, semmai credo che debbano temerlo gli amministratori del Meridione, perché il federalismo vuol dire responsabilizzare».
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