Mafia: assolto ex ministro Mannino

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giuggyna
00giovedì 23 ottobre 2008 16:59
Comune Palermo dovrà pagare spese
I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo hanno assolto l'ex ministro democristiano Calogero Mannino, attuale senatore dell'Udc. Condannato invece a pagare le spese del giudizio il Comune di Palermo, che si era presentato quale parte civile al processo. Mannino doveva rispondere di concorso in associazione mafiosa. Alla lettura della sentenza l'imputato non c'era; presente, invece, il figlio Salvatore.


"Giustizia è fatta. Ho atteso con pazienza e fiducia questa sentenza che ha confermato il verdetto di pimo grado", ha commentato a caldo il senatore Mannino. Il senatore che ha preferito non assistere alla lettura del dispositivo è nella sua casa di Palermo insieme a familiari ed amici. A comunicargli la notizia dell'assoluzione è stato il figlio Totò, presente in aula. Commosso, il politico ha aggiunto: "Ora la mia innocenza è stata riconosciuta".

L'ex ministro democristiano Calogero Mannino, assistito dall'avvocato Grazia Volo, era accusato di avere intrecciato rapporti con la mafia, traendo profitto dall'appoggio di alcuni boss. L'inchiesta fu avviata oltre 14 anni fa, nel febbraio 1994, quando i pm della procura di Palermo gli notificarono un avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa. L'anno successivo Mannino venne arrestato e rimase in carcere per 23 mesi. Da allora è stato un susseguirsi di processi e sentenze (ben quattro tra primo, secondo grado, Cassazione, e nuovo rinvio alla Corte d'appello, che ha dovuto anche sospendere il dibattimento in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale).

Il primo processo a Mannino, aperto il 28 novembre 1995, è stato uno dei più lunghi per mafia a Palermo: oltre 300 udienze, 400 testimoni citati, dei quali 250 dall'accusa e 150 dalla difesa, decine di pentiti, da Tommaso Buscetta a Gioacchino Pennino. L'ex ministro venne assolto in primo grado, mentre in appello fu condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere nel maggio del 2004.

La sentenza è stata poi annullata dalla Cassazione nel luglio 2005 per ''difetto di motivazione'' e rinviata ad altra sezione della Corte di Appello. Ma il dibattimento di secondo grado venne sospeso, nel maggio 2006, dopo che era stata sollevata la questione di legittimità costituzionale della norma sulla inappellabilita' delle sentenze di proscioglimento in primo grado.

I giudici, accogliendo l'istanza del sostituto procuratore generale Vittorio Teresi, inviarono gli atti del dibattimento alla Corte Costituzionale, disponendo la sospensione del processo fino alla decisione della Consulta che ha dato nuovamente il via libera al processo.

Chiesta condanna per frode vinicola
Il pubblico ministero Cristina Pigozzo ha chiesto la condanna dell'ex ministro Calogero Mannino, senatore Udc, a 6 anni e 4 mesi di carcere per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode vinicola, falso, truffa ai danni dello Stato e minacce a pubblico ufficiale al fine di costringerlo a venire meno al suo dovere. La richiesta è stata fatta martedì a tarda sera ma si è saputa nel giorno dell'assoluzione di Mannino dall'accusa di concorso in associazione mafiosa. Il pm ha, inoltre, invocato l'assoluzione per le accuse di estorsione e furto di vino dall'azienda di Roberto Casano, l'imprenditore di Pantelleria dalla cui denuncia è scaturito un filone dell'indagine. Mannino, processato con rito abbreviato davanti al gup di Marsala Riccardo Ricciardi, era indagato, con altre 16 persone, in due inchieste poi riunite in un processo.
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