Mafie, Bagnasco lancia l'allarme

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giuggyna
00mercoledì 19 novembre 2008 14:31
"Mettono a rischio moralità sociale"
Il cardinale Angelo Bagnasco lancia l'allarme su "malavita organizzata, 'ndragheta e mafia, che mettono a rischio, in Italia, "moralità sociale e legalità pubblica". Il presidente della Cei si dice preoccupato per le situazioni delicate in alcune zone del Paese, non solo in contesti degradati e denuncia più in generale il vincolo sociale divenuto friabile. Bagnasco parla poi di rischio di povertà delle famiglie e di poca tutela giuridica.


La Chiesa - ha detto il presidente dei vescovi italiani Bagnasco in un discorso sul tema "Il futuro della Chiesa cattolica in Italia" - "deve dire il suo sì agli italiani" su famiglia, integrazione, lavoro, casa, scuola e sanità ma soprattutto "sulla moralità sociale" e la "legalità pubblica", che ha definito "dimensioni proprie della cittadinanza rispetto ai vincoli collettivi. Situazioni specificamente delicate si presentano, come è noto - ha poi affermato - in alcuni territori del paese, quelli più interessati dalla malavita organizzata, dalla 'ndrangheta e dalla mafia, fenomeni che da tempo tendono peraltro a ramificarsi all'estero. Non solo in tali contesti degradati ma più in generale - ha concluso - il vincolo sociale appare friabile ed esige che sia continuamente ricostruito a partire dalle persuasioni di fondo nelle persone".

"La Chiesa è viva"
La Chiesa in Italia "è viva nonostante il processo di secolarizzazione l'abbia investita, senza per altro travolgerla": lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco in una lectio magistralis a tutto campo all'inaugurazione del nuovo anno accademico dell'università Europea di Roma. La Chiesa "conserva una indubbia presenza sulla scena pubblica e allo stesso tempo è capillarmente diffusa tra la gente". Bagnasco ha messo in guardia "dalla falsa profezia tipicamente moderna circa l'idea di progresso, inteso come un processo inarrestabile che va necessariamente dal bene al meglio, senza soluzione di continuità. Una certa filosofia della storia - ha aggiunto il porporato - aveva trasformato tale profezia in una sorta di 'nuova religione' che mentre liberava l'uomo da varie forme di povertà e di dipendenza, avrebbe alla fine condotto alla totale sparizione della stessa esperienza religiosa".

Il presidente della Cei ha ricordato anche "il crollo improvviso e totale di tutta una serie di illusioni ideologiche come il marxismo e il liberalismo che ha inferto un duro colpo alla speranza di un 'avvenire comunque radioso'. E siamo così arrivati - ha osservato Bagnasco - alla sorprendente affermazione di chi, solo qualche decennio fa, ipotizzava la rapida scomparsa della religione dallo scenario pubblico ed oggi è costretto a rivedere la sua previsione".

Il cardinale Bagnasco ha poi ricordato che "l'Italia rappresenta un terreno favorevole per la testimonianza cristiana perchè in essa la Chiesa è una realtà molto viva che può dare risposte positive e convincenti agli interrogativi della gente". Inoltre "la secolarizzazione non è stata 'incontrastata', anzi gli ultimi anni (come il referendum sulla legge 40 o il Family Day) hanno fatto emergere momenti particolari in cui la Chiesa è riuscita ad aggregare intorno a cruciali questioni antropologiche dei consensi significativi, ben oltre la compagine credente". Bagnasco è intervenuto alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio.
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