Militari in città per altri 6 mesi

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giuggyna
00mercoledì 3 dicembre 2008 17:06
Maroni: "Esperienza molto positiva"
I risultati dell'esperimento dei 3mila militari dell'Esercito nelle città metropolitane sono "molto positivi". Per questo il provvedimento, in scadenza il 4 febbraio 2009, sarà prorogato di altri sei mesi. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Alla fine del secondo semestre valuteremo, ma servirà una nuova legge, se rendere stabile o proseguire per altri semestri l'utilizzo dei militari", ha detto il titolare del Viminale.

Entro fine gennaio, ha spiegato Maroni, "valuteremo i dati nella loro complessità, ma posso già esprimere la mia opinione che il Governo prorogherà di altri sei mesi l'utilizzo dei militari così come previsto dalla legge e alla fine dei sei mesi valuteremo, ma servirà una nuova norma di legge, se rendere stabile o proseguire per ulteriori sei mesi". Il ministro ha ricordato che l'iniziativa che vede i militari operare con le forze di polizia nel presidio delle città è stata estesa lo scorso 2 ottobre inviando altri 500 uomini delle forze armate nella zona di Caserta per l'emergenza.

I numeri dell'operazione
L'utilizzo di mille militari per la vigilanza a 16 Centri per immigrati, ha riferito Maroni, "ha consentito di recuperare 778 operatori delle forze di polizia, mentre l'impiego di 1.000 appartenenti alle forze armate per la vigilanza a siti sensibili ha permesso di adibire a compiti operativi e investigativi 369 uomini delle forze di polizia". A Caserta, ha aggiunto, "l'intervento dell'esercito ha integrato il dispositivo straordinario di controllo del territorio e ha dato grandi risultati: dal 4 ottobre al 30 novembre sono state identificate oltre 35mila persone, arrestate 81, controllati 19.200 veicoli, denunciate quasi 200 persone, sequestrate armi e stupefacenti". Con i militari, ha sottolineato, "è aumentata la presenza sul territorio e l'azione di contrasto soprattutto alla microcriminalità. Ma ancora di più - ha aggiunto - l'azione di prevenzione di questi reati predatori, che è esattamente il risultato che volevamo conseguire e l'esperienza di questi mesi ci da ragione".

"Braccialetto per detenuti? Decidono i magistrati"
Lo scarso utilizzo del cosiddetto braccialetto elettronico per i detenuti "non dipende dal ministro dell'Interno ma dalla magistratura che decide se utilizzare o meno questi strumenti". Lo ha detto il ministro l'Interno, Roberto Maroni, rispondendo al question time alla Camera. "Stiamo valutando - ha aggiunto Maroni - nuove tecnologie visto anche lo scarso utilizzo dello strumento: in Francia, ad esempio, l'uso del braccialetto è massiccio - ha aggiunto il ministro - e le evasioni sono praticamente azzerate".
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