News: Contrada, concessa la scarcerazione

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giuggyna
00giovedì 24 luglio 2008 14:32
Tribunale ha accolto richiesta avvocati
Il Tribunale di sorveglianza di Napoli ha deciso la scarcerazione di Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde che sta scontando una pena a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo conferma il legale di Contrada, Giuseppe Lipera, spiegando che "la detenzione è ora ai domiciliari". I domiciliari per Contrada avranno la durata di sei mesi dalla data di esecuzione.



Contrada, secondo quanto prevede il dispositivo emesso dal Tribunale di sorveglianza, andrà agli arresti domiciliari a casa di una delle sue sorelle a Napoli. Lo rende noto uno dei due legali dell'ex funzionario del Sisde, Grazia Coco, che si dice ''soddisfatta per la decisione dei giudici campani''. ''Ci speravamo moltissimo - aggiunge - anche se per venti volte ci avevano detto di noi. Gli arresti domiciliari sono un primo passo necessario visto le condizioni di salute di Contrada. Ma noi non ci fermeremo''.

Nell'istanza il Tribunale di sorveglianza ha inoltre disposto che l'ex funzionario del Sisde non abbia contatti con persone diverse dai propri congiunti con lui conviventi, nello specifico il coniuge e i figli. Se tale disposizione non verrà rispettata, hanno precisato i giudici, gli arresti domiciliari verranno sospesi immediatamente.

I legali di Contrada avevano presentato richiesta di scarcerazione per motivi di salute. L'ex uomo del Sisde ha 77 anni e soffre di varie patologie, tra le quali il diabete. In precedenza, una ventina di analoghe istanze erano state respinte dalla magistratura di sorveglianza. Contrada stava scontando una condanna definitiva a 10 anni presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Mercoledì il sostituto procuratore generale di Napoli Ugo Ricciardi aveva espresso parere favorevole all'istanza di scarcerazione.

"Ai domiciliari perché socialmente pericoloso"
Il Tribunale di sorveglianza di Napoli non ha concesso la sospensione della pena a Bruno Contrada ma ha disposto gli arresti domiciliari per "la pericolosità sociale dello stesso e l'entità della pena sino a oggi sofferta e di quella residua". Lo scrivono i giudici Angelica Di Giovanni e Daniela Della Pietra nella motivazione del dispositivo con cui si scarcera l'ex funzionario del Sisde. Secondo i giudici così "si contemperano da un lato la tutela della salute del detenuto e dall'altro la giusta pretesa dello Stato che la pena venga espiata". Immediata la replica dei legali dell'ex dirigente del Sisde. "Bruno Contrada non è Totò Riina né Bernardo Provenzano e non gli si può impedire di tornare a casa a Palermo da moglie e figli per una inesistente pericolosità sociale", ha dichiarato l'avvocato Giuseppe Lipera annunciando ricorso immediato contro l'ordinanza del Tribunale di sorveglianza di Napoli che dispone gli arresti domiciliari per il suo assistito.

"Contrada sarà a casa fra poche ore"
''Fra poche ore Bruno Contrada potrà finalmente riabbracciare i suoi familiari'', ha detto il parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta, che intervenendo alla Camera aveva annunciato la decisione del tribunale di sorveglianza. Secondo Laboccetta ''il provvedimento di scarcerazione è stato consegnato ad un generale dei carabinieri per l'immediata esecuzione''.

La sorella: "Giustizia è fatta"
''Giustizia è stata fatta, e noi siamo tutti emozionati perchè la notizia ci ha colti di sorpresa''. Così Anna Contrada ha commentato la decisione del Tribunale di sorveglianza. Anna Contrada parte da ''due presupposti importanti: lui è innocente e in carcere stava morendo lentamente''. ''Speravamo - ha aggiunto - nel differimento della pena perché poteva muoversi liberamente nel curarsi, adesso per ogni esame medico o ricovero dovrà essere autorizzato da un giudice. Ma va bene lo stesso''. Lei che aveva chiesto l'eutanasia per Bruno Contrda spiega che ''quella era una provocazione'' perché vedeva suo ''fratello morire ogni giorno''. ''Lui è malato in maniera irreversibile - ha osservato - ed è giusto che viva l'ultimo periodo della sua vita a casa, godendosi i suoi nipotini''. Il prossimo passo adesso, annuncia Anna Contrada, ''sarà la revisione del processo perché i giudici terreni hanno condannato un uomo innocente''. Infine sorella di Bruno Contrada ha rivolto un ''grandissimo ringraziamento all'avvocato Giuseppe Lipera che ha fatto tornare al centro dell'attenzione di tutti un caso che sembrava fosse stato seppellito''.

Il figlio: "Ha avuto meno di quanto gli spetta"
"Siamo contenti, anche se ha avuto sicuramente meno di quanto gli è dovuto". E' il primo commentodel figlio di Bruno Contrada, Guido, avvocato penalista, dopo avere appreso della concessione degli arresti domiciliari al padre da parte del tribunale di sorveglianza di Napoli. "Mio padre - aggiunge l'avvocato Contrada - continuerà a lottare fino alla morte per dimostrare la sua assoluta estraneità alle accuse che gli vengono contestate. Me lo ha ripetuto anche l'ultima volta che l'ho incontrato in carcere, un mese fa: posso tenermi in cella fino alla fine non è questo che mi interessa, io sono un uomo dello Stato"

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