Politica e mafia,intrecci a Catania

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giuggyna
00giovedì 27 novembre 2008 15:07
Maxi blitz: ventiquattro arresti
Ventiquattro esponenti del clan Santapaola-Ercolano di Catania sono stati arrestati nell'ambito di una vasta inchiesta su intrecci tra mafia, imprenditoria e politica. I reati contestati sono di associazione mafiosa finalizzata a estorsioni, rapine, furti, al controllo di attività economiche e appalti e a ostacolare il libero esercizio del voto in occasione di competizioni elettorali.

L'inchiesta di Catania avrebbe fatto luce anche su una serie di tangenti imposte a imprenditori edili che erano costretti a comprare il cemento da imprese 'amiche' della cosca. Le indagini dei carabinieri, durate due anni, avrebbero accertato anche i collegamenti tra la frangia del clan Santapaola che opera nella provincia e Cosa nostra di Catania. I provvedimenti restrittivi, in corso di esecuzione da parte di oltre 200 militari dell'Arma, sono stati emessi dal gip Antonino Fallone su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dei sostituti della Dna, Carmelo Petralia, e della Dda, Agata Santanocito.

Presi a Palermo i broker della mafia
La polizia di Stato ha arrestato cinque professionisti accusati di aver utilizzato, per conto di boss palemritani, somme di denaro di provenienza illecita per investirli in attività imprenditoriali e in borsa. Si tratta di un'indagine che secondo l'accusa fa luce su una zona grigia del mondo della finanza siciliana che sarebbe stata a disposizione, in particolare del capomafia Antonino Rotolo, per riciclare denaro. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo

L'omicidio di due "cani sciolti"
Roberto Faro, 19 anni, e Giuseppe Salvia, 29, furono assassinati l'11 giugno del 2006 a Paternò perché erano due ladri non 'inquadrati' nelle cosche locali che avevano messo a segno dei furti di materiale edile e di carburanti in cantieri 'tutelati' da Cosa nostra. E' quanto emerge dall'operazione 'Padrini' dei carabinieri di Catania. I sicari non esitarono a sparare contro gli obiettivi dell'agguato nonostante la presenza del figlio di Salvia, che allora aveva 7 anni, e che rimase gravemente ferito. Per quell'episodio sono indagate, tra mandanti ed esecutori, quattro persone, arrestate nei giorni successivi dai carabinieri: Salvatore Assinata, di 36 anni, figlio del presunto boss Domenico, Alfio Scuderi, di 35 anni, Giovanni Messina, di 44, e Benedetto Beato, di 26.

Durante i due anni di indagini sulla cosca gli investigatori hanno anche impedito una vendetta trasversale nei confronti di un proprio affiliato 'colpevole' di avere un fratello collaboratore di giustizia.
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