news: Eternit,chiesti 2 rinvii a giudizio

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giuggyna
00venerdì 10 ottobre 2008 20:02
Amianto, strage 2mila operai in Italia
La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per i vertici della Eternit, la multinazionale svizzera del cemento accusata di essere responsabile della morte di duemila dipendenti venuti a contatto con l'amianto nelle quattro sedi italiane. Ai due boss dell'azienda, Stephan Schmidheiny e Jean Louis Marie Ghislain De Cartier, sono contestati i reati di disastro doloso e omissione volontaria di cautele contro le malattie professionali.

Secondo il pm Raffaele Guariniello, Schmidheiny e De Cartier dovrebbero essere processati per disastro doloso e omissione volontaria di cautele contro le malattie professionali.

Per l’accusa, le numerose morti negli stabilimenti italiani della multinazionale sarebbero state provocate dall’amianto. Migliaia di persone, tra cui dipendenti ma anche loro familiari e residente nelle vicinanze delle fabbriche, negli anni sono state colpite da mesotelioma, carcinoma, asbestosi. L’inchiesta ha fatto emergere la drammaticità e le proporzioni dei dati. I dipendenti morti: 1.378 a Casale (piu' sedici di una ditta esterna), 118 a Cavagnolo, due a Rubiera e 384 a Bagnoli, dove fino all'apertura delle indagini il problema non era noto. 697 operai gravemente malati. E le vittime tra i semplici cittadini: un deceduto a Cavagnolo, 252 a Casale Monferrato, quattro a Rubiera; tre ammalati a Bagnoli. Molte mogli di dipendenti si sono ammalate probabilmente per aver lavato in casa le tute dei mariti.

Secondo la procura, i due proprietari sarebbero stati a conoscenza del problema insorto nelle sedi di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli), Rubiera (Reggio Emilia). Ma non avrebbero preso provvedimenti adeguati.

Dalle carte degli inquirenti si legge che, per decenni, i dipendenti e gli abitanti delle zone in cui la Eternit aveva sede sarebbero stati esposti a un “disastro” provocato dalla dispersione nell'aria delle fibre d'amianto. La sostanza, lavorata dall’azienda per pavimentare strade e cortili o per coibentare i sottotetti, sarebbe stata trasportata ovunque senza le necessarie misure di sicurezza.

L’azienda non solo non avrebbe messo a conoscenza i propri operai e la popolazione della “pericolosità dei materiali” causando “un'esposizione incontrollata, continuativa e a tutt'oggi perdurante” che non ha risparmiato nemmeno “fanciulli e adolescenti”. Ma la Eternit avrebbe anche sempre minimizzato: “Per i dirigenti la consegna era di non parlare e, in caso di necessità, rivolgersi a un certo laboratorio tedesco per avere indicazioni”.

Per gli ispettori consulenti di Guariniello poi anche gli impianti non erano a norma per i sistemi di ventilazione e aspirazione delle polveri. Dopo una prima fase durata una quindicina d’anni in cui sono stati processati numerosi rappresentanti locali dell'Eternit, l’inchiesta passa ai vertici della multinazionale. Una seconda indagine è rivolta agli italiani che hanno lavorato nelle sedi in Svizzera.
-RunThePlanet-
00sabato 11 ottobre 2008 17:41
purtroppo conosco bene la situazione Eternit... che dire, spero proprio che i dirigenti di quella società/killer la paghino dura per quello che hanno combinato...
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