news: Garlasco,Alberto:"Non processatemi"

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giuggyna
00mercoledì 1 ottobre 2008 14:04
"Se non mi credete è persecuzione"
Giorni di attesa spasmodica per Alberto Stasi, l'unico indagato per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, il 13 agosto 2007, nella sua villetta di Garlasco (Pavia). La procura sta per pronunciarsi sul neolaureato e chiederne o meno il rinvio a giudizio. Ma lui dichiara: "Se non mi dovessero credere, sarebbe una persecuzione". E poi: "Ho fiducia nella serenità dei pubblici ministeri. Se ci sarà questa serenità potranno solo archiviare".



Secondo fonti del "Giorno", Alberto dice a chi gli è vicino: "Ho la speranza che si chiarisca tutto. Ho fiducia nella serenità dei pubblici ministeri. Se ci sarà questa serenità potranno solo archiviare".

I suoi difensori, Angelo Giarda, cattedratico alla Cattolica di Milano, Giuseppe e Giulio Cesare Colli, gli hanno spiegato che al termine dell'inchiesta dei pubblici ministeri di Vigevano l'ipotesi più probabile è la chiusura delle indagini con la richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato.

Ma lui non si rassegna: "Mi dispiacerebbe - prosegue sempre il "Giorno" - se si andasse avanti in una certa direzione. Sarebbe una persecuzione. Allora dovrei pensare che non mi avrebbero creduto neanche se fossi stato ripreso da una telecamera in casa mia, mentre qualcuno uccideva Chiara. Io voglio solo giustizia: per me e per lei. Giustizia per me vorrebbe dire, automaticamente, giustizia anche per Chiara. Si cercherebbe il vero colpevole. Una volta chiarito tutto, potrei cercare di riprendere un dialogo con i suoi genitori. Spero che mi credano. Altrimenti dovrei pensare che ce l’hanno avuta con me da subito, che non hanno guardato in nessun’altra direzione".
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