E' un 25enne: reagì per "futili motivi"
Uno sguardo, una parola di troppo: questi i futili motivi che avrebbero scatenato la reazione di un 25enne, che è stato fermato a Torino con l'accusa di aver tentato di uccidere Emanuele Manieri incendiandogli l'auto con lui ancora a bordo. Nel momento dell'aggressione c'erano diversi testimoni che hanno aiutato la polizia nella ricostruzione dei fatti: gli agenti sono andati a prelevare il sospettato a casa dove vive con i genitori.
Emanuele Manieri, tuttora ricoverato al Cto di Torino con gravi ustioni, e il suo aggressore, Valerio Clemente, non si conoscevano. Alla base del litigio ci sarebbero futili motivi: forse uno sguardo insistente, una parola, un movimento del braccio o della mano male interpretati.
Le indagini dei poliziotti si sono subito concentrate sui giovani frequentatori del giardino, teatro dello scontro. Grazie alle testimonianze raccolte, in particolare quella che faceva riferimento alla presenza di un cane di grossa taglia, risultato poi di proprietà di un amico del fermato, gli agenti della Mobile hanno individuato il presunto responsabile che, interrogato in Questura, non avrebbe negato gli addebiti.