Morti in tredici, arrestati 5 scafisti
Incredibile retroscena sulla morte di tredici immigrati al largo delle coste siracusane l'11 settembre scorso. Secondo quanto ricostruito dal Nucleo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina della Procura di Siracusa, gli extracomunitari sarebbero stati gettati in mare ancora vivi soltanto perché ritenuti responsabili di alcuni eventi sfortunati avvenuti a bordo del natante. Per la tragica traversata sono stati arrestati 5 presunti scafisti.
Erano considerati iettatori. Che con la loro presenza avrebbero portato sfortuna. I 13 migranti, 12 nigeriani e un ghanese, avrebbero pagato con la vita l'esigenza di placare le ire di spiriti malefici che stavano ostacolando la navigazione. A loro venne attribuito, ad esempio, la rottura della bussola di bordo pochi giorni dopo la partenza.
L'11 settembre sulla costa di Portopalo di Capo Passero furono in 59 a toccare terra: dai racconti dei superstiti era emerso che durante la traversata dalle coste libiche a quelle siciliane, alcuni compagni di viaggio erano stati gettati in mare dopo essere morti di stenti.
Partendo proprio da queste testimonianze, assai simile in apparenza a quelle registrate in occasione di altri sbarchi, gli investigatori hanno invece scoperto che i 13 migranti sarebbero stati gettati in mare mentre erano ancora vivi. Una vera e propria "epurazione" che sarebbe avvenuta durante la traversata e a più riprese.